La testa di legname di Osanna fugge ancora davanti alle nostre domande sul futuro di Stabiae!

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Zuc… Zuc… Ma Zuc, chi? E chi lo sa, chi lo sa… Noi non lo sappiamo ma proviamo ad immaginarlo attraverso il nostro impegno giornalistico indipendente quotidiano. Un’immaginazione che, di mese in mese, diventa sempre più realtà e ci fa comprendere che, Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei, è solo una testa di legname di Massimo Osanna, oramai impegnatissimo nelle altissime (e assai umettate) sfere dei palazzi romani.

Due impegni, quelli di Osanna e lo svizzero di Forcella Zuchtriegel, che ci auguriamo cessino presto con il governo Meloni, che dopo un anno di autentico immobilismo, dovranno dare risposte ai propri elettori e alla collettività, anche nel campo dei Beni Archeologici e culturali italiani.

La sfida per il ministro Gennaro Sangiuliano è sicuramente salvaguardare e tutelare Pompeii ma iniziare a riportare alla luce quei siti cosiddetti vergognosamente “minori“, come Stabiae, e donare finalmente con una politica regionale e locale sicuramente più virtuosa di quelle che ci sono state fino ad oggi, un Parco Archeologico: già  scavato con le unghie sul vero senso della parola da un gruppo di visionari (che ci vedevano benissimo già allora), guidati dal mai dimenticato Prof. Libero D’Orsi.

Ritornando all’intermediario di Osanna in Campania, che abbiamo incontrato ieri durante la BITUS al Polverificio Borbonico di Scafati, nulla di nuovo anzi: Zuc… Zuc…, ha provato più volte a scappare di fronte al nostro blitz e ancora una volta come successe già qualche mese fa al Parco Archeologico di Pompei si è trincerato dietro ai più classici: “Stiamo lavorando per voi…” e “Di Stabiae ne riparleremo con più calma“.

Ma intanto le Ville Romane di Varano non possono più attendere sono tutte chiuse e per quanto concerne i ritrovamenti (scovati anche da noi in queste settimane), si continua a restare muti e agire solo per mettere in sicurezza il costone delle ricchezze della cosiddetta Beverly Hills dell’Antichità. ‘E chest’è!

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