Il Consiglio di Stato torna al Tar per lo scioglimento. Attesa a Torre Annunziata per le interdizioni all’amministrazione Cimmino

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Si ritorna indietro. Un po’ come accade con il gioco dell’oca. Il Consiglio di Stato, giustamente, vuole vederci chiarissimo e accoglie le doglianze dell’ex sindaco Gaetano Cimmino e degli ex amministratori di centro destra per un cavillo (o per meglio dire per un CD, che avrebbe dovuto contenere come minimo le relazioni di: Commissione d’accesso, Prefetti Valentini e Palomba e ministro Lamorgese senza censure, e che poi è risultato incredibilmente vuoto in fase dibattimentale sia al Tar che in Consiglio di Stato), e rimanda al cosiddetto primo giudice per una decisione che abbia quantomeno i requisiti minimi per essere poi accettata anche dai giudici della massima autorità di giustizia amministrativa italiana.

E il classico papocchio all’italiana si compie, a pochi mesi dal voto a Castellammare di Stabia, con ancora i tanti OMISSIS e ombre in una vicenda dove ha chiarito già tanto la Stampa Indipendente come la nostra con: nomi, cognomi, parentele scomode e intrecci tra il malaffare e la malapolitica nell’amministrazione permeata dal Clan D’Alessandro e non solo a Palazzo Farnese.

A chiarire le idee di chi oggi prima di andare alla festa altrettanto giustamente festeggia e riprende la propria propaganda politica come se nulla fosse mai accaduto prima, quel 24 febbraio 2022 e dopo potrebbero arrivare, a giorni, le interdizioni e altre motivazioni della Procura di Torre Annunziata del procuratore Nunzio Fragliasso, non tralasciando le altre motivazioni e attività di indagine di DIA e DDA. ‘E chest’è per il momento!

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